Chirurgia Plastica Tuscolana
Questa scheda è stata visualizzata 123 volteLa Chirurgia plastica Tuscolana è una branca della chirurgia che ha lo scopo di correggere o riparare malformazioni e difetti anatomici congeniti o acquisiti.
Si differenzia in due categorie, la chirurgia ricostruttiva e la chirurgia estetica. La chirurgia ricostruttiva mira a intervenire su malformazioni e traumi che compromettono la funzionalità di uno o più organi, in seguito a incidenti o danni fisici, oppure a causa di malformazioni congenite. Gli interventi chirurgici possono coinvolgere aree anatomiche anche molto estese, ed essendo necessari per la salute sono a carico del SSN.
La chirurgia estetica comprende invece tutti gli interventi chirurgici effettuati per apportare una miglioria fisica, e che sono di solito limitati ad aree del corpo ristrette e superficiali. Rispondendo puramente alla finalità estetica, sono completamente a carico del paziente.
L’origine della pratica della chirurgia plastica viene fatta risalire all’India antica: a quei tempi era usanza comune amputare il naso della donna adultera o dei trasgressori delle leggi, perciò cominciarono a diffondersi pratiche ricostruttive, come gli innesti cutanei, che consistevano nel taglio di un lembo di pelle sulla fronte del soggetto che veniva utilizzato per ricostruire il naso.
Inoltre, nel documento del chirurgo indiano il medico descrive la ricostruzione dell’orecchio prelevando un lembo di guancia da inserire nella zona da ricostruire. Queste tecniche vennero riprese anche da Ippocrate Nell’antica Roma poi, due dei più grandi medici chirurghi Della attuale Chirurgia plastica Tuscolana del tempo, Galeno e Celso, si interessarono di ricostruzioni a fini estetici, tra cui correzioni del labbro e interventi alle orecchie e al naso. Tuttavia, dopo il crollo dell’impero romano, la chirurgia subì una fase di stallo.
Un punto di svolta importante si ebbe nel 1597, con la pubblicazione del primo trattato di chirurgia estetica occidentale, il De curtorum chirurgia per insitionem, del primario. Col tempo, la chirurgia venne riconosciuta come metodica di primaria importanza per la medicina, e con la nascita dell’anestesia questa pratica trasse un notevole impulso. Il termine chirurgia plastica venne coniato da Carl Ferdinand Von Graefe che lo utilizzò per la prima volta nel 1818 nella sua monografia, Rhynoplastik.
Solo nel Novecento, però, si assistette al vero riconoscimento scientifico di questa disciplina: nel 1927 venne pubblicata la prima rivista americana del settore, la Dr Charles Conrad Miller’s Review of Plastic and Aesthetic Surgery, nel 1955 in Svezia fu organizzato il primo Congresso Internazionale di Chirurgia Estetica, e in Italia fu inaugurato, nel 1958, il reparto di Chirurgia Plastica nell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Negli stessi anni vede la luce quello che è considerato l’intervento di Chirurgia plastica Tuscolana per eccellenza, la mastoplastica additiva, grazie all’invenzione delle protesi al silicone da parte dei chirurghi di oltre oceano Formazione professionale Oggi la chirurgia plastica si avvale degli ultimi ritrovati scientifici in fatto di biomateriali e delle scoperte più recenti nel campo della chirurgia, come, per esempio, il laser.
Inoltre, si stanno delineando nuove sotto-specializzazioni, quali la chirurgia della mammella, il rimodellamento corporeo (body-contouring), la chirurgia delle ustioni e così via, essendo la chirurgia plastica una specializzazione chirurgica non distrettuale, che opera, cioè, su qualsiasi area del corpo.
Il medico che effettua interventi di chirurgia plastica deve essere specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, un corso della durata di cinque anni. Ad oggi non esiste una Specializzazione universitaria esclusiva per la chirurgia estetica.
Tel: 0645548090